L'attenzione
italiana si sta focalizzando principalmente sulla figura del nostro
Presidente del Consiglio mentre attorno a noi vengono portati a termine
dei colpi di stato.
Secondo
Renato Mannheimer, attualmente, solo il 28 % degli italiani desidera
vedere ancora in carica Berlusconi eppure, lui, spinge al massimo tutti
gli ingranaggi parlamentari per creare nuove leggi che lo salvino da se
stesso.
Il
suo piano di battaglia inizia è iniziato ieri, giorno dedicato alla
calendarizzazione dei processi brevi: in altre parole tutti i processi,
quali Mediaset e Mills, verrebbero annullati dalla prescrizione,
risultando, inoltre, Berlusconi tutt'ora incensurato.
Domani,
invece, la giornata sarà dedicata, ovviamente, ad intercettazioni ed
immunità parlamentare tentando, come precedentemente accaduto, di
“imbavagliare” i giornalisti.
Il titolo di un articolo di ieri su “Il Fatto” cita: “Basta B. gli italiani vogliono votare” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/20/mannheimer-basta-b-gli-italiani-vogliono-le-urne/93156/)
eppure tutto tace: come sempre sediamo tranquilli a guardare la
televisione, lamentandoci della situazione attuale ma, come si suol
dire, non ci rimbocchiamo le maniche.
Passiamo
il tempo a seguire le vicende di Berlusconi, catalizzatore
d'attenzione, senza comprendere che siamo circondati, letteralmente, da
degli Stati in rivoluzione.
I
nostri giornalisti non si sono lasciati sfuggire il fatto che, mentre
USA, Gran Bretagna, Francia e Germania denunciavano indignati l'uso
della violenza sulla folla attuata dalle forze dell'ordine in Libia
(circa 300 morti) l'Italia si diceva preoccupata per gli sbarchi
clandestini a cui sarà sottoposta.
Umanamente
la reazione italiana è alquanto discutibile ma politicamente bisogna
tener conto di quanto il fattore sbarchi sia pericoloso da un punto di
vista di sicurezza nazionale: il clima di disordine che ora regna e
l'arrivo di migliaia di persone sulle nostre coste sarà difficile da
contenere.
Senza
contare che Tripoli ha contattato ieri un rappresentante dell'unione
europea, l'ambasciatore ungherese, avvertendo che se l'UE continuerà a
proteggere i manifestanti le autorità non si occuperanno del fronte
delle immigrazioni.
Da non dimenticare, inoltre, i patti che, in questi anni l'Italia ha stretto con Gheddafi:
-
festini per lui organizzati da Berlusconi con giovani ragazze
http://www.byoblu.com/post/2009/11/17/Lo-Stato-pappone-di-Berlusconi-e-Gheddafi.aspx -
il 2,01% delle azioni della società Finmeccanica nelle mani dell'ex dittatore http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-01-22/libia-entra-finmeccanica-081759.shtml?uuid=AabhXs1C
-
nonché anche il 7,578% delle azioni Unicredit, sforando il tetto massimo del 5% che ogni azionista dovrebbe avere
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-09-17/fondo-sovrano-libico-muove-082906.shtml?uuid=AY9EGfQC -
in un'intervista del 17 gennaio dell'anno odierno, rilasciata a Maurizio Caprara (Corriere della Sera), Frattini “indica l'attuale Muammar el Gheddafi, al potere dal 1969 con un colpo di Stato, come un modello di dialogo con le popolazioni di un Paese arabo”
http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interviste/2011/01/20110117_FrattiniTunisia.htm
Tutto
questo per non dimenticare quanto l'Italia si sia lasciata risucchiare
dagli eventi, alla ricerca d'affari, ed ora rischi secondo Enrico Jacchia,
responsabile del Centro di Studi Strategici, di dover fronteggiare una
possibile richiesta d'asilo di Gheddafi nel caso riesca a lasciare la
Libia incolume sprofondando, logicamente, il nostro Paese in un
“pasticcio europeo”.
Probabilmente,
quindi, sarebbe meglio iniziare a preoccuparsi di quanto l'Italia stia
rischiando, al momento, sul fronte estero, essendo il Paese più vicino
ai disordini che stanno accadendo, mettendo da parte un Presidente del
Consiglio che, invece, è interessato a salvare la propria persona dai
processi in cui è imputato.
Ci
stiamo sempre più avvicinando ad un regime di emergenza: tutti i Paesi
europei, nonché l'America (Obama stesso ha condannato l'uso della
violenza contattando il monarca del piccolo Stato del Barheim, suo
vecchio alleato e ponendosi, quindi, in una posizione alquanto scomoda)
se ne stanno preoccupando e rabbrividiscono all'idea che possa dilagare
la violenza oltre i confini medio-orientali mentre l'Italia, silenziosa,
attende ed osserva timorosa nel prendere una posizione...