martedì 22 febbraio 2011

Paralisi e Rivoluzione

L'attenzione italiana si sta focalizzando principalmente sulla figura del nostro Presidente del Consiglio mentre attorno a noi vengono portati a termine dei colpi di stato.
 
Secondo Renato Mannheimer, attualmente, solo il 28 % degli italiani desidera vedere ancora in carica Berlusconi eppure, lui, spinge al massimo tutti gli ingranaggi parlamentari per creare nuove leggi che lo salvino da se stesso.
Il suo piano di battaglia inizia è iniziato ieri, giorno dedicato alla calendarizzazione dei processi brevi: in altre parole tutti i processi, quali Mediaset e Mills, verrebbero annullati dalla prescrizione, risultando, inoltre, Berlusconi tutt'ora incensurato.
 
Domani, invece, la giornata sarà dedicata, ovviamente, ad intercettazioni ed immunità parlamentare tentando, come precedentemente accaduto, di “imbavagliare” i giornalisti.
Il titolo di un articolo di ieri su “Il Fatto” cita: “Basta B. gli italiani vogliono votare” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/20/mannheimer-basta-b-gli-italiani-vogliono-le-urne/93156/) eppure tutto tace: come sempre sediamo tranquilli a guardare la televisione, lamentandoci della situazione attuale ma, come si suol dire, non ci rimbocchiamo le maniche.
 
Passiamo il tempo a seguire le vicende di Berlusconi, catalizzatore d'attenzione, senza comprendere che siamo circondati, letteralmente, da degli Stati in rivoluzione.
 
I nostri giornalisti non si sono lasciati sfuggire il fatto che, mentre USA, Gran Bretagna, Francia e Germania denunciavano indignati l'uso della violenza sulla folla attuata dalle forze dell'ordine in Libia (circa 300 morti) l'Italia si diceva preoccupata per gli sbarchi clandestini a cui sarà sottoposta.
Umanamente la reazione italiana è alquanto discutibile ma politicamente bisogna tener conto di quanto il fattore sbarchi sia pericoloso da un punto di vista di sicurezza nazionale: il clima di disordine che ora regna e l'arrivo di migliaia di persone sulle nostre coste sarà difficile da contenere.
 
Senza contare che Tripoli ha contattato ieri un rappresentante dell'unione europea, l'ambasciatore ungherese, avvertendo che se l'UE continuerà a proteggere i manifestanti le autorità non si occuperanno del fronte delle immigrazioni.
 
Da non dimenticare, inoltre, i patti che, in questi anni l'Italia ha stretto con Gheddafi:
Tutto questo per non dimenticare quanto l'Italia si sia lasciata risucchiare dagli eventi, alla ricerca d'affari, ed ora rischi secondo Enrico Jacchia, responsabile del Centro di Studi Strategici, di dover fronteggiare una possibile richiesta d'asilo di Gheddafi nel caso riesca a lasciare la Libia incolume sprofondando, logicamente, il nostro Paese in un “pasticcio europeo”.
 
Probabilmente, quindi, sarebbe meglio iniziare a preoccuparsi di quanto l'Italia stia rischiando, al momento, sul fronte estero, essendo il Paese più vicino ai disordini che stanno accadendo, mettendo da parte un Presidente del Consiglio che, invece, è interessato a salvare la propria persona dai processi in cui è imputato.
 
Ci stiamo sempre più avvicinando ad un regime di emergenza: tutti i Paesi europei, nonché l'America (Obama stesso ha condannato l'uso della violenza contattando il monarca del piccolo Stato del Barheim, suo vecchio alleato e ponendosi, quindi, in una posizione alquanto scomoda) se ne stanno preoccupando e rabbrividiscono all'idea che possa dilagare la violenza oltre i confini medio-orientali mentre l'Italia, silenziosa, attende ed osserva timorosa nel prendere una posizione...

giovedì 10 febbraio 2011

Cronaca dal Mondo dei Vivi

Ieri è stata indetta la giornata nazionale dedicata agli stati vegetativi, considerati dall'esecutivo una forma di disabilità. È stata scelta, paradossalmente, come data il 9 febbraio poiché essa coincide con la morte di Eluana: deceduta due anni fa, dopo diciassette anni di stato vegetativo, in seguito all'interruzione dell'alimentazione ed idratazione artificiali richieste dal padre che si è battuto contro ciò che riteneva un “accanimento terapeutico”.

Logicamente, e condivido l'affermazione, il padre di Eluana ha commentato così la manifestazione: inopportuna ma soprattutto indelicata" per me, aggiunge: “il 9 febbraio sarà la giornata del silenzio".

Tante persone hanno speculato e parlato di questo caso e della mancanza o meno di morale ed umanità che si trova dietro alla decisione di rendere l'eutanasia legale ma creare una giornata come questa in nome di una ragazza che, non dimentichiamolo, aveva manifestato la sua riluttanza a rimanere in vita in uno stato del genere prima del fatale incidente: coloro che parlano, però, di questa manifestazione sembrano averlo dimenticato.

Il sottosegretario Eugenia Rocella, infatti, commenta in questo modo: a tutti noi l’anniversario della morte di Eluana Englaro, una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura”.

Al di là di tutte queste “lotte politiche” riguardo l'argomento in questione e, soprattutto, la volontà da parte di alcuni, di rendere la figura di Eluana una sottospecie di vittima o, peggio ancora, martire e di parlare a nome suo sebbene non abbiano mai avuto modo di conoscerla personalmente (cosa che trovo inutile e pretenziosa), il mio interesse si focalizza sulla grande questione del “Testamento Biologico”.

Per quanto riguarda lo stato italiano è molto difficile pensare che la religione, il governo attuale e, diciamolo, i benpensati che affliggono la nostra società rendano possibile il “Testamento Biologico” a causa di qualche paura atavica che rende loro alquanto incomprensibile dare facoltà e libertà di scelta a tutti. Il testamento, infatti, sarebbe semplicemente una volontà, manifestata anticipatamente (cioè in visione di un possibile futuro in stato vegetativo) dal paziente.

Prendendo un caso lasciato maggiormente in sordina ma in cui la protagonista aveva effettivamente lasciato uno scritto in cui le sue volontà erano state chiaramente manifestate: Anna Busato, in seguito ad aneurisma si trovava in stato vegetativo e, in seguito ad un appello fatto dal marito in Italia, il consorte ha deciso di portarla direttamente in Olanda dove, dopo tre mesi di attesa, hanno deciso di rispettare il “Testamento Biologico” lasciandola morire (un articolo maggiormente informativo sulla questione si trova su: http://www.lucacoscioni.it/rassegnastampa/da-venezia-all-olanda-morire-come-eluana).

A questo proposito rimando alla legge olandese 194, in vigore dal 2001, consultabile tramite il link: http://cadavrexquis.typepad.com/cadavrexquis/2006/03/che_cosa_dice_l.html

In cui, leggendo attentamente, viene sottolineato come l'eutanasia non venga “somministrata” senza coscienza ma seguendo precise direttive quali:

"1. I requisiti di accuratezza, indicati nell'articolo 293, secondo comma, del Codice Penale, prevedono che il medico:
a. abbia la convinzione che si sia trattato di una richiesta libera e ben meditata del paziente,
b. abbia la convinzione che si sia trattato di una sofferenza ineludibile e insopportabile del paziente,
c. abbia informato il paziente della situazione in cui egli si trovava e delle sue prospettive,
d. con il paziente sia giunto alla convinzione che per la situazione in cui egli si trovava non vi fosse altra soluzione ragionevole,
e. si sia consultato con almeno un altro medico indipendente, il quale abbia visto il paziente e abbia dato per iscritto il suo giudizio sui requisiti di accuratezza indicati nei punti a-d, e
f. abbia praticato l'eutanasia o l'assistenza al suicidio con accuratezza medica.

2. Se il paziente di sedici anni o più non è più in grado di esprimere la sua volontà, ma prima di cadere in tale condizione era stato giudicato in grado di fornire una ragionevole valutazione dei suoi interessi e aveva rilasciato una dichiarazione scritta contenente una richiesta di eutanasia, allora il medico può dare seguito a questa richiesta. I requisiti di accuratezza, indicati nel primo comma, sono applicabili in conformità.

3. Se il paziente minorenne ha un'età compresa tra i sedici e diciott'anni ed può essere ritenuto in grado di fornire una valutazione ragionevole dei suoi interessi, il medico può dare seguito alla richiesta del paziente di eutanasia o di assistenza al suicidio, dopo avere coinvolto il genitore o i genitori che esercita o esercitano la patria potestà su di lui, oppure il suo tutore, prima di prendere una decisione.

4. Se il paziente minorenne ha un'età compresa tra i dodici e i sedici anni e può essere ritenuto in grado di fornire una valutazione ragionevole dei suoi interessi, il medico - se il genitore o i genitori che esercita o esercitano la patria potestà su di lui, oppure il suo tutore, possono essere d'accordo con l'eutanasia o con l'assistenza al suicidio - può dare seguito alla richiesta del paziente. Il secondo comma è applicabile in conformità.
"


Concludo, quindi, chiedendomi quale sia il timore di dare la possibilità alle persone di scegliere se continuare a vivere in stato vegetativo oppure morire. È una decisione personale di cui non vedo alcuna minaccia verso altri se non i famigliari che, spesso, egoisticamente (ma comprensibilmente) continuano a pensare che il risveglio dei propri cari sia possibile: il “Testamento Biologico” toglierebbe loro ogni speranza.

lunedì 7 febbraio 2011

Le Peripezie del Kilogrammo

Ieri degli studenti del Belgio sono stati rimossi da un volo Ryanair in partenza dalle Isole Canarie poiché difficilmente contenibili per lo staff e, ovviamente, per la sicurezza. Il motivo di questo disordine era legato alle regole della compagnia che richiede una certa grandezza (55 x 40 x 20cm) e un certo peso (max. 10 Kg.) per quanto riguarda il bagaglio a mano ma non tutti i passeggeri sono disponibili a seguirle (cliccando questo indirizzo potete trovare l'articolo riguardante l'accaduto: http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-12378558).

Logicamente, ci sono due possibilità nel caso in cui il bagaglio non risponda alle richieste del contratto: lasciare alcune cose a terra oppure, semplicemente, pagare 15 euro in più per caricarlo nella stiva.

Non trascuriamo, inoltre, che si decide di partire due mesi prima c'è la possibilità di comprare biglietti aerei ad un prezzo molto basso: al di sotto dei 20 euro, spesso dei 10 euro, con spese aeroportuali e bagaglio a mano inclusi ma, logicamente valigia esclusa (per la quale sono richiesti 15 euro da aggiungere). In ogni caso se calcoliamo quanto spenderemmo in altre condizioni: prendendo un treno oppure in auto, la spesa è alquanto contenuta e l'ora di effettivo viaggio è più che dimezzata.

Tutti coloro che decidono di prendere il volo con Ryanair sono a perfetta conoscenza delle regole imposte dalla compagnia (scritte nero su bianco in tutti i biglietti e ribaditi dal personale più volte) eppure è alquanto frequente trovare gente nel bel mezzo dell'aeroporto che piange chiedendosi: “Cosa devo buttare, ora?” e tirar fuori una bottiglia di Vodka aggiungendo: “Questa posso lasciarla qui”.

Il problema tendenzialmente è legato a persone che, in seguito ad una vacanza, si comprano e si portano dietro mezzo mondo nella propria valigia: spesso souvenir e cose inutili. Un'amica, quando è venuta a sapere che avevo preso un biglietto con Ryanair mi ha detto di fare molta attenzione perché lei era stata costretta a pagare la sovrattassa per il bagaglio e che non avrebbe mai più deciso di viaggiare con tale compagnia proprio a causa di questo inconveniente preferendo pagare di più il biglietto a monte.

Ho fatto un viaggio di recente e, personalmente, nel mio bagaglio si trovavano una macchina fotografica reflex (quindi nemmeno piccola), tre libri particolarmente pesanti, penne, una felpa ed i documenti: il peso complessivo risultava essere molto al di sotto dei 10 Kg. consentiti. Logicamente, stando due settimane all'estero, mi sono portata anche una valigia, che raggiungeva 14 Kg. e che ho fatto caricare in stiva, all'interno della quale c'erano anche liquidi (non consentiti se non minori di 10ml. all'interno del bagaglio a mano). Nel ritorno non ho avuto alcun problema perché non ho aggiunto nulla in valigia per cui il peso complessivo era lo stesso dell'andata.

Durante il viaggio di andata non ho assistito a nessun grande dramma ma al ritorno, da Londra, tutti i passeggeri del mio volo hanno perso un'ora in coda per salire sull'aereo a causa del primo passeggero in fila che, inveendo in italiano verso il personale Ryanair, si rifiutava di pagare quindici euro in più. Lo staff, tranquillamente, ha chiesto all'uomo di provare a infilare il proprio bagaglio all'interno di una scatola grande quanto le regole imposte per dimostrargli l'invalidità delle sue ragioni ma il passeggero continuava ad agitarsi dicendo che non aveva mai avuto problemi di questo genere prima d'allora e che, già, aveva pagato quindici euro in più per un altro bagaglio. Alla fine, nel rischio di essere espulso dal volo, ha finalmente deciso di pagare la sovrattassa.

Gli altri passeggeri italiani in fila guardavano con preoccupazione il personale dell'aeroporto perché evidentemente consapevoli che i loro stessi bagagli erano troppo grandi mentre gli inglesi rilassatamente ridacchiavano, abituati a non trasgredire le regole: in Italia, e forse anche in altri Paesi, siamo abituati che, se possono, le autorità chiudono un occhio lasciandoti passare e, di conseguenza ci aspettiamo di riuscire a cavarcela in qualche modo in Inghilterra, ho notato, le persone seguono semplicemente le regole, non contano sulla bontà dell'autorità: semplicemente per loro è normale, nel rispetto di una convivenza civile, cercare di essere corretti nel proprio comportamento.

mercoledì 2 febbraio 2011

London at night


London at night no.1 by =anakuklosis on deviantART
 
Questa è una delle ultime foto che ho scattato nel centro di Londra nonché una delle mie preferite.