sabato 13 marzo 2010

"L'ombra della luce"

English Version: http://anakuklosis-eng.blogspot.com/2010/12/some-notes-about-philosophy-on.html



“Ora, io ti dirò - e tu ascolta e ricevi la mia parola -
quali sono le vie di ricerca che sole si possono pensare:
l'una che "è", e che non è possibile che non sia 
- è il sentiero della persuasione, poiché tien dietro alla verità -
l'altra che "non è”, e che è necessario che non sia.
E io ti dico che questo è un sentiero su cui nulla si apprende.
Infatti, non potresti conoscere ciò che non è,
perché non è cosa fattibile,
né potresti esprimerlo. [...]
Infatti lo stesso è pensare ed essere.

Parmenide - Frammenti



Non è facile fare delle traduzioni fedeli al testo evitando di “manometterlo” ed allo stesso tempo adattandolo ad una lingua differente da quella originale. 


La cosa più importante, iniziando una traduzione, è cercare di capire non tanto quale sia il significato corrispondente della parola che dobbiamo tradurre quanto il significato interno ad essa e, cioè, cosa questa voglia dire nel contesto testuale, sociale e mentale in cui è stata scritta.

Prendiamo la parola greca αληθέια comunemente la traduciamo con la parola “verità” ma, come fa notare Heidegger nel “Parmenide”, se ci riferiamo all’etimologia di questa parola ci possiamo rendere conto come al suo principio ci sia la classica “alpha” privativa. Questo, quindi, ci porta a comprendere come il termine αληθέια nella traduzione in lingua italiana perda il suo significato originario assieme alla sua a- privativa che, per i greci, avvicinava la verità ad un senso di s-velamento (Entbergung), parola coniata da Heidegger creata proprio per lasciar intendere il significato originario di  αληθέια ed allo stesso tempo per non attingere ad una parola già nota e, di conseguenza, “intaccata” dal pensiero odierno. 

Arrivati a questo punto ci sono quattro punti principali da notare nel significato in sé di questa parola greca:

1. Se c’è qualcosa di “s-velato” dev’esserci anche qualcosa che viene “velato” cosa sia nascosto, però, non è dato saperlo. Svelamento in questo senso viene inteso come qualcosa che viene occultato oppure preservato. 

2. Tornando alla a- privativa, dobbiamo notare come svelatezza, in questo caso, venga intesa come qualcosa che toglie, o che elimina, ciò che è velato oppure potrebbe significare anche che la velatezza in sé non esiste. Da questo, quindi, nasce un conflitto presente nell’essenza della verità: l’annientamento della velatezza, da noi occidentali intesa, generalmente, in senso negativo poiché il vuoto, il nulla, nella nostra concezione, legata prettamente ad una visione scientifica, è visto come inconcepibile; mentre nelle filosofie orientali è concepito come qualcosa di positivo ed un insegnamento, in questo senso, nella nostra cultura viene introdotto dalla filosofia di Schopenhauer, basata proprio su questo tipo di studi, che sostiene come l’uomo possa arrivare alla libertà solamente andando contro la Volontà, meccanismo che regola la vita stessa, e distruggendola finendo, così facendo, nel Nirvana, il nulla; però, liberandosi, al contrario che nelle filosofie orientali, dall’angoscia della ricerca incessante.

3. La “dis-velatezza” cioè il togliere, strappandolo, ciò che è velato nasce dal conflitto tra svelato e velato. Questo conflitto potrebbe far pensare alla filosofia di Schelling o, del più conosciuto, Hegel e del “gioco” sistematico tra tesi, antitesi e sintesi ma in questo senso, allora, la svelatezza verrebbe intesa in quanto divinità che porta a compimento il “cogito ergo sum” di Cartesio (cioè un dio che il momento in cui concepisce se stesso è, poi, in grado di creare il mondo), da cui Heidegger si discosta poiché la soggettività intesa come “cogito ergo sum” cartesiano (o come egocentrismo individualista) è estranea al mondo greco e, di conseguenza, in questo senso, il significato dell’ αληθέια andrebbe perso; mentre ne fa parte il momento in cui viene intesa come “esserci” (cioè colui che si pone la domanda su cosa sia l’Essere) che presta ascolto all’Essere (“Una cosa come l’autocertezza del soggetto cosciente di se stesso è estranea alla grecità. Viceversa, è ben vero che nell’essenza moderna della «soggettività dello spirito» - la quale, correttamente intesa, non ha nulla a che fare con il «soggettivismo» - risuona ancora l’essenza mutata dell’αληθέια greca“).

4. "Nessun risuonare, eguaglia il suono originario. L’iniziale si rivolge solo all’iniziale. L’uno non coincide con l’altro, e nondimeno entrambi sono lo Stesso (das Selbe) anche quando sembrano allontanarsi l’una dall’altro nell’inconciliabile” (tratto da “Parmenide” di Heidegger). Parlando di “suono originario”, Heidegger, si riferisce all’Essere, all’αληθέια e, in questa frase, sembra ribadire con parole diverse ciò che Parmenide intendeva con la famosissima formula citata nell'incipit.

In entrambe le frasi dei due filosofi, infatti, si può notare come sebbene l’essere ed il non essere, la svelatezza e ciò che è velato, siano distinti l’uno dall’altro nondimeno essi si compenetrano poiché non possono esistere se non in relazione tra loro. Un esempio pratico lo si può concepire pensando alla luce ed al buio: il buio è dato dall’assenza di luce e la luce, intesa nella sua massima potenza, non possiamo guardarla direttamente perché altrimenti ci accecherebbe. Cambiando, ora, le parole “buio” con “abissalità” e “luce” con “risplendere” (concetti utilizzati da Heidegger indistintamente per indicare la divinità, il δαιμον intesa come αληθέια) possiamo capire come entrambe siano distinte ma allo stesso tempo unite nel formare un singolo significato e, cioè, ciò che Heidegger concepisce come verità, senza far differenziazione tra abissale o splendente, tra ombra o luce, poiché per gli antichi pensatori greci questa diversità decadeva. 

4 commenti:

  1. #1Splinder: 31 Marzo 2010 - 01:05

    Forse dovresti piantarla.

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    1. #2Splinder: 03 Aprile 2010 - 16:48

      Cosa devo piantare? Un gelsomino o del buon radicchio?

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  2. #3Splinder: 10 Aprile 2010 - 02:18


    entrambi. in ogni caso, io non ho dimenticato come sognare ^^ Questo non cambierà le cose, però... uno a uno e palla al centro.

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  3. #4 24 Maggio 2010 - 14:10

    ma chi è questo noi? sì, vedo qualcosa di me, ma vedo altrettanto e molto di più che è l'opposto di come sono e di come ho vissuto. Eppure, comunque, non mi salvo certo.
    Chi è questo Noi? riconosco caratteristiche di tanti amici, di tanti conoscenti, eppure quegli elementi affini alla tua descrizione, in loro non escludono "tutto il resto", differenze, caratteristiche anche opposte..
    Dimentichiamo forse che l'anima, è luogo di contraddizioni, che come dice musil,(per citare il tuo titolo) in una persona spesso si ritrova una caratteristica e un'altra apparentemente contraddittoria e inconciliabile con essa?
    Crediamo forse ancora, assecondando la tradizione ascetica dell'annullarsi, che sia possibile cercare la "tabula rasa", l'anima pura senza pensieri, il Bambino dentro sé che non pensa alle cose ma vi si immerge (se mai è esistito; e se, davvero, ci appare come una buona soluzione..), che si possano dividere anima, essere e mente, e insomma guardare un film, o qualunque cosa, scomparendo?
    Il mio punto di vista, per insignificante che possa essere, è che anima e mente ed essere (e ci aggiungerei pure il corpo) sono tutt'uno, l'uno non esclude l'altro, la vivacità dell'intelligenza, sia essa più o meno spiccata, offre all'anima attraverso il sangue attraverso i sensi le vie per incontrare il mondo senza sprofondare in una negazione a priori..
    Non so, questi sono giusto dei pensierini, i primi che mi ha suscitato leggere il tuo articolo. Ma forse sono stato più polemico e certo più prolisso di quanto intendevo. Spero comunque ti possa offrire qualche... alternativa?...no, semplicemente qualche stimolo a un altro punto di vista. ...non c'è dubbio che qua c'è da farsi il ***, e che forse non resta poi molto da salvare, ma prese quasi come dato di fatto certe tue osservazioni, una volta letto approfonditamente il mondo (o dovrei riferirmi più semplicemente alla nostra società), una volta accettato che è una barca che è una nave che sta colando a picco... ebbene, che facciamo? continuiamo col secchiello a buttar fuori acqua pensando di salvarla? ...

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